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Dott. Francesco Scaccia
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Stalking
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Lo stalking si configura come un’azione aggressiva messa in atto a danno di una persona che si ritrova costantemente disturbata e invasa nella propria vita privata con conseguente sviluppo di sintomatologie fisiche e psicologiche come, ad esempio, ansia e paura.

Lo Stalking è un fenomeno complesso che può svilupparsi in contesti e situazioni anche molto diverse.

Ad esempio, in alcuni casi lo Stalking si genera all’interno di una relazione di coppia, spesso dopo la sua fine, altre volte, invece, può nascere anche in situazioni in cui la vittima non conosce, o conosce solo superficialmente, il proprio persecutore.

In Italia nel 2009 lo stalking è stato riconosciuto reato con il D.L. n. 11/2009 tramutato successivamente nella legge 38/2009 "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori”.

Lo Stalker, colui che mette in atto tale azione, è colui che perseguita un’altra persona attraverso una serie di comportamenti come:

  • inviare continuamente messaggi sui social network;

  • pedinamenti;

  • diffamazioni;

  • minacce;

  • costanti telefonate;

  • contattare di continuo amici o parenti della vittima.

Nonostante, ad oggi, non sia stato riconosciuto ancora un profilo psicologico tipico dello stalker, la maggior parte degli studi mette in evidenza un quadro caratterizzato da problematiche di tipo emotivo, relazionale e comunicativo.

Alcuni studiosi parlano di “Stalker Risentito” per quei casi in cui il persecutore è rappresentato da un ex-partner che vive un forte risentimento per la fine della relazione e desidera vendicarsi, spesso danneggiando la vittima con diffamazioni e perseguitandola, per evitare che possa ricostruirsi una nuova vita.

Lo “Stalker Bisognoso d’Affetto” sarebbe, invece, colui che desidera in maniera totalizzante creare una relazione affettiva e questo lo può portare a fraintendere o interpretare in maniera erronea comunicazioni o gesti da parte di un’altra persona, scambiandoli per gesti d’amore e di interesse.

In questo caso, lo Stalker inizia ad invadere la vita dell’altra persona illudendosi che anche l’altro lo desideri.
Al di là delle classificazioni, emerge dai vari studi che gli Stalker si caratterizzano per un’immaturità emotiva dell’Io, che li porta a costruire o ricercare rapporti relazionali di tipo infantile, ricalcando il modello di relazione primaria con la propria madre.

Proprio come un neonato, quindi, lo Stalker va alla ricerca di un partner fusionale, che metta da parte, come una madre nei primi mesi di vita del figlio, i propri bisogni per soddisfare quelli dell’amato.

Lo Stalker non è in grado di riconoscere un’identità separata dell’Altro ma lo configura solo come oggetto che esiste per la sua soddisfazione e ciò, dunque, lo legittimerebbe a possederlo in maniera totalizzante.

Quello che agli occhi dello Stalker rappresenta amore, in realtà, si configura come una vera e propria azione aggressiva di invasione dell’autonomia dell’altro.

Le Vittime di Stalking possono certamente essere di entrambi i sessi ma le rilevazioni indicano che in circa l’80% dei casi il fenomeno colpisce le donne.

Gli studi mostrano che ricevere attenzioni moleste continue causa un vero e proprio stato di malessere fisico e psicologico con conseguente diminuzione del proprio benessere e della qualità della vita.

Alcune delle conseguenze tipiche che si riscontrano nelle vittimi di stalking sono:

  • diminuzione, spesso in maniera quasi totale, delle proprie attività sociali;

  • difficoltà lavorative;

  • alti livelli di ansia;

  • disturbi del sonno;

  • stanchezza e debolezza;

  • mal di testa;

  • diminuzione o eccessivo aumento dell’appetito;

  • aumento nell'uso di alcol.

Proprio a causa di questi malasserei e del costante senso di paura, in molti casi la vittima non riesce a denunciare il proprio persecutore.

Un percorso di psicoterapia può aiutare le vittime di stalking a ritrovare un maggiore benessere psico-fisico che le possa, inoltre, incoraggiare ed aiutare a mettere in atto strategie che possano mettere fine alle molestie, tra cui, certamente , la denuncia.

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Bibliografia

  • Curci, P. et al. (2003). La sindrome delle molestie assillanti (stalking), Bollati Boringhieri editore.

  • Fiammella, B. (2015). Atti persecutori online: dalla molestia e minaccia al <>. Altalex Editore.

  • Infrasca, R. (2010), Stalker: una teoria psicodinamica, in Pratica Medica e Aspetti legali, 4 (3), pp. 103-111.

  • Mullen, P.E., Pathé, M., Purcel, R., Stuart,G.W.(1999). Study of stalkers. Journal Psychiatry; 156: 1244-9.

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