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Il Disturbo Evitante di Personalità 12.01.2019
Disturbo evitante
Disturbo evitante

Il Disturbo Evitante di Personalità caratterizza persone fortemente inibite sul piano sociale, che vivono costantemente sentimenti di inadeguatezza e senso di inferiorità.

Le persone con un disturbo evitante si preoccupano costantemente del giudizio dell’altro, temono le critiche e di essere disapprovati e per questo tendono ad evitare le relazioni sociali così da poter evitare l’inevitabile critica.

I loro comportamenti di evitamento delle relazioni sociali, quindi, non devono essere interpretati come un disinteresse nell’avere rapporti interpersonali.

Le personalità evitanti, infatti, desiderano instaurare profonde relazioni ma, vivendo costantemente con il timore di essere rifiutati, finiscono per isolarsi così da potersi sentire al riparo dal giudizio.

Le caratteristiche principali del Disturbo Evitante di Personalità sono le seguenti:

  • relazioni sociali molto limitate;

  • tendenza ad evitare attività lavorative che prevedono continue interazione sociali per paura di essere criticato o rifiutato;

  • grande difficoltà nell’entrare in relazione con persone nuove e solo se credono di piacere all’altro;

  • preoccupazione costantemente del giudizio degli altri;

  • giudizio di sé come persone inadeguate, non attraenti, incapaci ed inferiori agli altri;

  • evitamento di situazioni nuove per il timore di trovarsi in imbarazzo.

Le persone che presentano un Disturbo Evitante di Personalità vivono costantemente con un forte senso di ansia e paura.

Ogni volta che si trovano a contatto con altre persone vengono sopraffatti da una profonda angoscia, temono l’umiliazione dovuta al giudizio degli altri e la sofferenza causata dal rifiuto.

Per poter evitare questi sentimenti fortemente spiacevoli, si rifugiano nella solitudine, solo così possono sentirsi al sicuro e al riparo dall’occhio dell’altro.

Tuttavia, la stessa solitudine con il passare del tempo diventa causa di sensazioni spiacevoli.

Seppur al riparo l’isolamento non è fonte di appagamento.

Queste persone, infatti, hanno fame di amore e di affetto, desiderano profondamente instaurare una relazione in cui potersi sentire accettati ma la paura è così grande da non riuscire a superare l’ansia del giudizio.

Il Disturbo Evitante di Personalità induce dunque un ciclo di malessere, in cui si alternano al senso di solitudine e tristezza quando queste persone sono totalmente isolate, all’ansia e all’angoscia quando cercano di uscire dalla solitudine tentando di entrare in relazione con gli altri.

L’origine di questo disturbo è stata individuata in un infanzia in cui hanno ricevuto cure appropriate da parte dei propri genitori che, tuttavia, tendevano a controllare il figlio in maniera eccessiva affinché potesse essere giudicato dal mondo esterno come un bravo bambino e loro come bravi genitori.

Le cure affettuose fanno sì che queste persone desiderino creare relazioni ma, ogniqualvolta si rapportano agli altri, si rifà viva nella loro mente l’eco delle ripetute critiche ai loro comportamenti ricevute nell’infanzia.

La costante disapprovazione dei genitori genera nei futuri adulti un atteggiamento di ipercontrollo.

Il giudizio genitoriale viene, infatti, sostituito dal giudizio di sé.

Queste persone si osservano costantemente, limitano i propri comportamenti, sono silenziose evitano di esporsi.
Tutto pur evitare di apparire inadeguate.

Come non è stato possibile in passato soddisfare le aspettative di mamme e papà, da grandi è impossibile soddisfare se stessi e questo genera un senso di sé come persona incapace.

Queste persone si aspettano dunque che anche gli altri li giudichino severamente e per questo, non sentendosi mai all’altezza, tendono ad evitare ogni situazione in cui l’altro li possa criticare.

Nelle poche relazioni che stabiliscono, si mostrano compiacenti e cercano a tutti i costi di piacere all’altro, dimenticandosi dei propri bisogni e desideri.

Ottenere l’approvazione dell’altro è più importante di raggiungere la propria felicità.

Le persone con un Disturbo Evitante di Personalità possono trovare profondo giovamento all’interno di una psicoterapia.

Con l’aiuto di uno psicologo il giudizio eccessivamente rigido di sé può smorzarsi, con una conseguente crescita dell’autostima e diminuzione dell’ansia sociale.

Un percorso di psicoterapia può aiutare a diminuire l’angoscia che si genera quando si entra in contatto con gli altri, riuscendo così ad instaurare maggiori relazioni ed uscendo dalla solitudine causa di tristezza e in alcuni casi depressione.

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Bibliografia
  • American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM-5, Raffaello Cortina Editore.

  • Benjamin Lorna Smith (1999). Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità, Roma, Las.

  • Cancrini Luigi (2006). L’oceano borerline. Racconti di viaggio, Milano, Raffaello Cortina Editore.

  • Lingiardi Vittorio (2004). La personalità e i suoi disturbi, Il Saggiatore.

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