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Dott. Francesco Scaccia
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Dott. Francesco Scaccia Psicologo
I Disturbi del Comportamento Alimentare 20.03.2017
ragazza anoressica
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I disturbi dell'alimentazione, indicati anche come DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) rappresentano un fenomeno complesso e multifattoriale, causato dall’interazione di vari fattori (genetici, ambientali, relazionali e individuali) con notevoli implicazioni sulla salute fisica e psichica di coloro che manifestano tale patologia.

I disturbi del’alimentazione colpiscono con più frequenza le giovani donne. Si stima che in Italia circa il 5% delle donne presenti questi disturbi nelle forme anoressiche-bulimiche e circa il 7% nelle forme di alimentazione incontrollata-obesità.

Se in passato questi disturbi comparivano in genere durante la fase adolescenziale, attualmente si assiste ad un continuo abbassamento dell’età di esordio della malattia e oggi non è raro trovare questi disturbi anche tra pre-adolescenti e bambini.

Si sta, inoltre, assistendo ad un aumento nella popolazione maschile, soprattutto nella forma anoressica.

I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un’alterazione nel rapporto con il cibo e da una cura e una preoccupazione eccessiva verso il proprio peso e le forme del corpo nel caso dell’anoressia e della bulimia o, viceversa, da una totale sconsideratezza verso il proprio benessere fisico, come nel caso delle gravi obesità.

Le forme principali in cui si presentano i disturbi dell’alimentazione sono:

  • anoressia: grave restrizione nell’assunzione del cibo tale da comportare un peso corporeo significativamente al di sotto del peso minimo normale. Si accompagna ad un’intensa paura di ingrassare;

  • bulimia: ricorrenti episodi di abbuffate caratterizzati dal mangiare in poco tempo un’eccessiva quantità di cibo.
    Alle abbuffate si alternano condotte compensatorie di eliminazione come, ad esempio, vomito autoindotto e abuso di lassativi o eccessiva attività fisica al fine di evitare l’aumento del peso corporeo;

  • disturbo da alimentazione incontrollata: ricorrenti episodi di abbuffata senza condotte compensatorie. Tale disturbo in genere si associa ad una condizione di sovrappeso o vera e propria obesità;

  • sindromi sotto-soglia: rappresentano quelle condizioni in cui i sintomi non sono così gravi da portare ad una diagnosi vera e propria.
    Tuttavia, si osserva una compromissione nello stile di vita, ad esempio eccessiva attenzione nell’alimentazione che porta ad evitare di mangiare in presenza di altre persone, eccessiva attività fisica con incapacità di dedicare le proprie energie ad altre attività, eccessiva attenzione alla cura del proprio corpo.

Generalmente le persone con disturbi del comportamento alimentare tendono a collegare il giudizio di sé al proprio peso corporeo: più si è magri e ci si avvicina ad un’ideale di bellezza esile e più ci si sente soddisfatti, la stima di sé migliora e, viceversa, più si è grassi e più si ha un giudizio di sé negativo, ci si sente incapaci ed angosciati da un sentimento di non valere niente.

Il sentimento di non valere nulla spiega in parte la tendenza, tipica delle persone con DCA, ad evitare le situazioni sociali che possano esporre al giudizio dell’altro e chiarisce uno dei motivi che portano queste persone ad una continua ricerca della magrezza.

Una conseguenza di questi disturbi è proprio la compromissione delle varie relazioni interpersonali: familiari, amicali e lavorative.

L’ansia, infatti, impedisce o comunque rende molto faticoso partecipare alle situazioni sociali, soprattutto quelle che implicano il mangiare, come andare in pizzeria con gli amici o partecipare ai pranzi della domenica in famiglia.

Altra caratteristica che spesso si riscontra è un’alterazione dell’immagine corporea che fa sì che la persona con un disturbo alimentare non solo si creda sempre troppo grassa ma realmente veda la sua immagine allo specchio come deformata, con gambe sempre tropo grandi, la pancia sempre troppo pronunciata e ciò li spinge a dimagrire sempre di più.

Oltre agli effetti nella vita relazionale, tali disturbi, associandosi ad un’alimentazione scorretta, possono portare ad alterazioni della salute fisica che possono condurre anche alla morte.

Sono comuni disturbi fisiologici come l’amenorrea (assenza del ciclo mestruale), perdita della mineralizzazione delle ossa con conseguenti fratture, aritmie cardiache, danni all’esofago.

Da ciò si comprende la necessità di intervenire al più presto per prevenire che tali disturbi si cronicizzino e possano portare a gravi conseguenze psichiche e fisiche.

Essendo varie le condizioni che portano all’insorgenza dei disturbi dell’alimentazione, è sempre più riconosciuta la necessità di interventi che coinvolgano più specialisti in collaborazione tra loro al fine di trattare le varie aree che questi disturbi colpiscono.

Gli interventi del medico e del nutrizionista mirano a far raggiungere e mantenere il cosiddetto peso ragionevole, ossia quel peso realmente mantenibile e raggiungibile che protegga la persona dai rischi legati all'obesità da una parte e dalla malnutrizione dall'altra.

All’interno di questi interventi integrati, essenziale è il ruolo dello psicologo che può aiutare la persona a correggere l’alterazione della propria immagine del corpo, il proprio stile cognitivo, e soprattutto può aiutare il paziente ad elaborare l’angoscia associata alla paura di ingrassare, permettendogli di dare voce al malessere interiore che non riesce ad esprime se non attraverso il proprio corpo martoriato.

Tra le varie modalità di terapia, la Psicoterapia Familiare rappresenta uno dei trattamenti di maggior efficacia per questo tipo di problema.

Spesso, infatti, colui che presenta un DCA tende a non riconoscere il proprio problema, includere i familiari nel percorso terapeutico è dunque essenziale, soprattutto nelle prime fasi di intervento.

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2014). DSM-V, Raffaello Cortina Editore.

  • Onnis Luigi (2014). Il tempo sospeso. Anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società, Franco Angeli.

  • Selvini Palazzoli, et al. (1998). Ragazze anoressiche e bulimiche. La terapia familiare, Raffaello Cortina Editore.

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