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Dott. Francesco Scaccia
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Alimentazione Incontrollata
binge eating
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Il (Binge Eating Disorder) è stato inserito all’interno della categoria dei Disturbi Alimentari nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

I sintomi di questo disturbo sono i seguenti:

  • ricorrenti episodi di abbuffata in cui si mangiano rapidamente grandi quantità di cibo

  • incapacità di smettere di mangiare durante le abbuffate anche se sazi

  • sensazione di perdita del controllo

  • mangiare di nascosto

  • assenza di condotte compensatorie atte a controllare il peso

Il Binge Eating consiste in un’alimentazione caratterizzata da abbuffate ricorrenti.

A differenza della Bulimia, chi soffre di tale disturbo non mette in atto pratiche di eliminazione, come vomito autoindotto o abuso di lassativi, né pratiche di controllo del peso come ricorrere ad intense attività sportive.

Sebbene la persona possa sottoporsi a diete in alcuni periodi della propria vita, infatti, non si ritrova la costante associazione di abbuffata e condotta eliminatoria tipica del disturbo bulimico.

Questo comporta che, nella maggioranza dei casi, chi soffre di un Disturbo da Alimentazione Incontrollata presenta sovrappeso o obesità.

Generalmente le abbuffate avvengono in concomitanza di sensazioni di stress, tristezza profonda, forte ansia, noia o senso di solitudine.

Di fronte alla difficoltà di gestione delle emozioni negative, l’abbuffata assume il ruolo di strumento di contenimento di questi stati interni che vengono vissuti come insopportabili e soverchianti.

Il ricorrere al cibo per la gestione delle emozioni e l’incapacità nel gestire la propria alimentazione ha portato molti studiosi ad ipotizzare una vera e propria dipendenza alimentare.

La vergogna si associa generalmente alle abbuffate e per questo, chi presenta un Binge Eating, tende a mangiare di nascosto, mostrando al contrario una modalità controllata di cibarsi in pubblico.

Alla base del Disturbo da Alimentazione Incontrollata si può trovare un’autostima carente.

Queste persone, infatti, tendono ad altalenare momenti in cui si sentono sicuri di sé ad altri in cui si autosviliscono ferocemente per le proprie incapacità e debolezze.

Tale fragilità nell’immagine di sé li porta inevitabilmente a dubitare, non solo di se stessi, ma anche di chi si relazionale loro.

Vivono, infatti, costantemente con la paura di essere abbandonati a causa del proprio disvalore.

Come chi soffre di altri tipi di disturbo alimentare, chi presenta un Disturbo da Alimentazione Incontrollata odia la propria immagine corporea e i chili di troppo e vive con il costante terrore di ingrassare.

Nonostante tali paure e insicurezze, il mangiare per loro rappresenta l’unico momento di vero appagamento al quale non riescono a rinunciare, nonostante la vergogna e l’autocritica verso i propri chili.

Inoltre, il grasso, che da una parte viene odiato e attaccato, dall’altra rappresenta una sorta di corazza dietro cui potersi nascondere.

Chi ha un Binge Eating, infatti, è convinto inconsapevolmente che il corpo sovrappeso permetta loro di attirare lo sguardo degli altri, distogliendo l’attenzione da quelli che percepiscono come i propri veri difetti, ovvero le proprie fragilità interiori.

Si viene a creare così un circolo vizioso.

Più, infatti, il corpo ingrassa e più si sentono al sicuro ma contemporaneamente cresce il senso di essere brutti e repellenti, aumentando sentimenti depressivi che li conducono a ricorre nuovamente al cibo.

La psicoterapia si è dimostrata particolarmente efficace in queste situazioni.

Attraverso un percorso di terapia psicologica queste persone possono imparare con il tempo a riconoscere e successivamente accettare le proprie emozioni, senza sentire la necessità di eliminarle.

Grazie al supporto di uno psicologo, inoltre, possono imparare a gestire i propri stati emotivi interni senza dover più ricorrere al cibo come aiuto.

Molto utile nei casi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata è un approccio multidisciplinare, che consiste nella collaborazione di un’equipe di professionisti, tra cui psicologo, medico e nutrizionista.

La psicoterapia può permettere a chi presenta un Binge Eating di riacquistare l’amore per il proprio corpo assumendo uno stile di vita più salutare ed un maggiore benessere psicofisico.

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2014). DSM-5 - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione, Raffaello Cortina Editore.

  • Montecchi Francesco(2009). Il cibo-mondo, persecutore minaccioso, Franco Angeli.

  • Onnis Luigi (2014). Il tempo sospeso. Anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società, Franco Angeli.

  • Selvini Palazzoli, et al. (1998). Ragazze anoressiche e bulimiche. La terapia familiare, Raffaello Cortina Editore.

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