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Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
 
Dott. Francesco Scaccia Psicologo
Come si organizzano i ricordi?
rete di neuroni
rete di neuroni

La psicologia, da sempre, si è interessata allo studio dell’organizzazione della conoscenza, a come le varie informazioni e i ricordi che un uomo acquisisce durante la sua vita si dispongono all’interno della sua memoria e si collegano tra di loro.

Questo interesse si è sviluppato sulla base di evidenze scientifiche che hanno dimostrato che se si vogliono memorizzare delle nuove informazioni, la strategia più efficace consiste nell’organizzare questo materiale.

La psicologia ha dimostrato, infatti, che

  • apprendere materiale già organizzato è un compito più semplice dell’apprendere materiale posto in maniera casuale;

  • le persone tendono automaticamente ad organizzare il materiale loro presentato;

  • l’uso di strategie organizzative migliora la qualità dell’apprendimento.

Gli psicologi che si sono dedicati allo studio dell’organizzazione dei ricordi, hanno messo in evidenza che tale organizzazione può essere suddivisa in due grandi categorie:

  • l’organizzazione semplice riguarda concetti singoli e il modo in cui si collegano l’un con l’altro;

  • l’organizzazione complessa si riferisce ad organizzazioni più ampie, che comprendono più concetti e diverse relazioni allo stesso tempo.

Un concetto consiste in una categoria mentale che organizza le conoscenze e i ricordi di un individuo e permette di semplificare e sintetizzare la miriade di informazioni che giungono al suo sistema percettivo.

Un concetto è, dunque, un elemento organizzatore.

Le prime teorie sull’organizzazione semplice dei ricordi all’interno della memoria si sono occupate proprio di come vari oggetti dell’esperienza finiscano per essere rappresentati nella mente attraverso concetti.

  • L’approccio degli attributi definitori sostiene che un concetto si costituisce nella mente di un individuo come un insieme di caratteristiche, una lista di attributi che un oggetto deve necessariamente possedere perché possa essere considerato un membro di tale categoria.
    Ogni concetto possiede una propria estensione, ovvero il numero di membri appartenenti alla categoria delineata dal concetto stesso, e un’intenzione, l’insieme delle sue caratteristiche definitorie.
    Gli oggetti inclusi in un concetto possono organizzarsi in maniera gerarchica, creando così classi di concetti subordinate e sopraordinate.
    Un oggetto, secondo queste teorie, non può risultare appartenente a più di una classe.

  • Il modello delle reti semantiche modifica, in parte, il modello precedente.
    I concetti, anche in questo caso sono descritti come insieme di attributi e sono concepiti come nodi interconnessi di una rete gerarchica composta di più livelli di generalità, dove i concetti subordinati sono costituiti dalle caratteristiche di quelli sopraordinati più altri attributi maggiormente specifici.
    Tutti i ricordi risulterebbero quindi collegati gli uni agli altri, i più simili si ritroveranno a occupare posizioni molto vicine, mentre ricordi maggiormente differenziati saranno posizionati in aree particolarmente distanti.
    Questo modello prevede che i processi cognitivi cercherebbero i dati in memoria analizzando proprio queste reti, passando da un nodo a un altro finché non trovano l’informazione loro necessaria.
    Gli esperimenti hanno evidenziato che più due ricordi sono disposti distanti l’uno dall’altro, e cioè più distanti sono i nodi all’interno della rete, maggiore è il tempo necessario ai soggetti per rispondere alle domande riguardanti queste informazioni.

  • Le teorie dei prototipi si differenziano dai modelli sopra descritti.
    Secondo queste teorie i ricordi sarebbero rappresentati nel sistema cognitivo attraverso concetti prototipici, che raccolgono le caratteristiche tipiche della loro classe, della quale sono il miglior esempio.
    I membri di un concetto si differenziano in base alla loro maggiore o minore rappresentatività del concetto e questi non sono indicati come nettamente delineati, né come un insieme di caratteristiche tra loro sufficienti.
    Per appartenere ad una categoria è importante possedere alcune caratteristiche considerate maggiormente salienti e non l’intero elenco.
    Ogni informazione viene confrontata con il prototipo e ciò permette di decidere se può o meno essere inclusa nel concetto.

Per quanto riguarda la conoscenza complessa, nella maggior parte delle teorie viene utilizzato il concetto di schema: una struttura che organizza i nostri ricordi e influenza il nostro comportamento attivando le informazioni acquisite in passato.

Gli schemi costituiscono le nostre conoscenze generali sul mondo e si sviluppano in seguito ad esperienze ripetute di eventi simili, dai quali vengono estrapolate caratteristiche generali.

La loro struttura comprende un nucleo fisso permanente e delle componenti variabili rappresentate come celle all’interno delle quali vengono inseriti diversi valori che permettono di contestualizzare e arricchire le proprie conoscenze.

Il modello degli schemi permette di spiegare come i ricordi che possediamo possano influenzare le nostre aspettative su eventi futuri e sulla percezione stessa di questi eventi.

Gli script sono un particolare modello di schema.

La loro funzione è di disporre in strutture organizzate tutti i ricordi e le conoscenze che possediamo nei riguardi di differenti eventi della vita quotidiana, così da essere preparati e poter prevedere eventuali esiti di situazioni.

Gli script sono composti di un insieme di fatti che avvengono in successione all’interno di un particolare episodio, dagli attori che svolgono tali azioni e dagli oggetti che vengono utilizzati da questi.

Quando si attiva un particolare script si è in grado di riconoscere la situazione come nota, si sa come comportarsi, quali azioni mettere in atto, quali saranno i ruoli svolti dalle altre persone e il tipo d’interazione da avviare con loro.

Le conoscenze contenute in questi schemi sono di tipo astratto, non si riferiscono ad eventi specifici e concreti, ma a tutte quelle situazioni che rientrano all'interno della categoria che tale schema rappresenta.

Si può avere, ad esempio, uno script per gli eventi che avvengono all’interno di negozi, che può contenere azioni come l'aprire la porta, interagire con il commesso, scegliere, pagare.

Lo schema si attiverà ogni volta che ci si ritroverà all'interno di un negozio, indipendentemente che si tratti di un negozio di alimentari, di una boutique o di un altro genere di attività commerciale.

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Bibliografia

  • Cicogna Pier Carla (1999). Psicologia generale. Storia, metodi, processi cognitivi, Carocci editore.
  • Eysenck M. W., Keane M. T. (1998). Manuale di psicologia cognitiva, Edizioni Sorbona.
  • Kandel Eric R. (2007). Alla ricerca della memoria. La storia di una nuova scienza della mente, Codice Edizioni.

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