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Dott. Francesco Scaccia
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Il modello di memoria di Atkinson e Shiffrin
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La memoria, secondo Atkinson e Shiffrin, sarebbe suddivisa in tre sistemi tra loro collegati, ognuno preposto a specifiche funzioni e con distinte caratteristiche strutturali.

I tre sistemi mnemonici prendono il nome di:

  • Memoria sensoriale,

  • Memoria a breve termine (MBT),

  • Memoria a lungo termine (MLT).

Il processo di memorizzazione consisterebbe in un flusso di informazioni che, proveniente dall'ambiente esterno e captato dai sistemi sensoriali, attraversa i tre magazzini e viene elaborato e codificato al loro interno ed infine conservato.

La memoria sensoriale

La memoria sensoriale costituisce la prima fase del processo d'immagazzinamento delle informazioni.

All'interno di questa struttura sostano per brevissimo tempo i dati provenienti dagli organi di senso al fine di procedere ad un'analisi di queste informazioni e quindi di selezionare quelle giudicate maggiormente importanti.

La memoria sensoriale attua semplicemente un'analisi di tipo qualitativo.
Solamente le caratteristiche fisiche dello stimolo vengono prese in considerazione.

Nelle fasi successive poi, all'interno degli altri magazzini, si procederà al riconoscimento di tale stimolo e all'estrapolazione del significato dello stesso.

La memoria a breve termine (MBT)

Le informazioni selezionate all'interno dei magazzini sensoriali sono poi trasferite alla memoria a breve termine.

Questa struttura ha il compito di mantenere attive le informazioni per il tempo necessario a svolgere vari compiti cognitivi.

Grazie ad un processo di reiterazione, permette a queste informazioni di giungere, successivamente, al sistema della memoria a lungo termine dove verranno immagazzinate.

La MBT permette, inoltre, non solo il passaggio di informazioni alla MLT, ma anche il ritorno da questa, processo che prende il nome di attivazione del ricordo.

La memoria a breve termine è caratterizzata da una capacità limitata.

La memoria a breve termine permette, inoltre, di collegare alla nuova informazione appresa, del materiale già acquisito in precedenza, permettendo così di completare informazioni insufficienti con ciò che già sappiamo a riguardo o di attribuire significato ad un qualcosa che di per sé non ne ha.

La memoria a lungo termine (MLT)

Nella memoria a lungo termine è immagazzinato, per un tempo indeterminato, tutto il materiale proveniente dalla MBT.

Questo magazzino ha capacità illimitata, può contenere quindi tutte le informazioni che un individuo acquisisce lungo la sua vita.

Secondo i due psicologi, una volta immagazzinato in questo sistema, il materiale non può andare perduto.

Il meccanismo dell'oblio sarebbe provocato da un’inaccessibilità del ricordo, non da una sua cancellazione irreversibile.

Gli studiosi descrivono il recupero dei ricordi come un processo di attivazione del materiale contenuto nella MLT.
Il materiale attivato sarebbe poi immesso all'interno del magazzino a breve termine diventando così accessibile alla coscienza del soggetto e quindi utilizzabile per i suoi scopi.

La prima operazione che il sistema cognitivo deve svolgere per poter recuperare un determinato ricordo consiste nell’accedere al settore specifico della memoria all'interno del quale il ricordo è contenuto.

All'interno della MBT si verrebbe ad attivare un'informazione “sonda” che fungerebbe da scandaglio nella MLT alla ricerca del materiale necessario.

In alcune occasioni può accadere che la sonda selezioni un ricordo errato.

L'errore generalmente viene identificato all'interno della MBT, dove i processi di controllo giudicano l’appropriatezza della traccia al compito che si vuole eseguire o meno.

Non sempre, tuttavia, tali processi riescono a correggere l'errore, in tal caso si verificherà quello che è definito un “falso ricordo", un ricordo cioè di un qualcosa che non è mai avvenuto o che pur essendo avvenuto non si è svolto nei termini che si crede di ricordare.

I due psicologi quindi considerano la memoria, quella a lungo termine, suddivisa in più settori, all'interno dei quali sono raggruppati i vari ricordi.

Per la formulazione delle loro teorie Atkinson e Shiffrin sono partiti dai dati ottenuti in diversi esperimenti nei quali indagarono i processi che si vengono ad attivare quando si affidano ai soggetti dell'esperimento compiti di memoria differenti per scopi e materiale utilizzato.

Da vari studi è emerso, ad esempio, che le parole con maggior probabilità di essere ricordate sono quelle poste all'inizio di una lista (effetto priorità) e quelle poste in coda alla stessa (effetto recenza).

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Bibliografia

  • Atkinson R. C., Shiffrin R. M. (1971). "Il controllo della memoria a breve termine", Le scienze, 39, 76-84.

  • Cicogna Pier Carla (1999). Psicologia generale. Storia, metodi, processi cognitivi, Carocci editore.

  • Eysenck M W., Keane M. T. (1998). Manuale di psicologia cognitiva, , Edizioni Sorbona.


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