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Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
 
Dott. Francesco Scaccia Psicologo
Estate
Tempo sospeso delle emozioni
estate
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L’estate ha da sempre un’aura mitica: la stagione della libertà, delle vacanze, della leggerezza, dei corpi che si scoprono, dei tramonti lenti, dei ritmi naturali. Ma questa immagine luminosa convive, in molte persone, con un lato d’ombra.

Per alcuni, l’estate è un tempo di grande benessere. Per altri, è una stagione che amplifica solitudini, insicurezze, vuoti.

È il paradosso di una stagione apparentemente facile, che può invece rivelare fratture profonde, come spesso emerge nella pratica clinica.

Tempo psicologico e tempo estivo

L’estate per la psicologia è un tempo “altro”.

Secondo il filosofo Gaston Bachelard, le stagioni non sono solo eventi meteorologici ma modalità interiori del vivere.

In questo senso, l’estate non è semplicemente calore e luce: è una condizione psicologica, un’apertura — o talvolta una deriva — dell’esperienza soggettiva.

In psicoterapia, si osserva come il tempo estivo si presenti spesso come un tempo sospeso: la routine si interrompe, le attività si rallentano, i confini tra giorni e notti si sfumano.

Questo può rappresentare una risorsa preziosa, ma anche un rischio.

Come suggerisce Victor Turner, nei suoi studi sui riti di passaggio, ogni sospensione delle regole ordinarie apre uno spazio di “liminalità”, in cui l’identità si riformula, le relazioni si ridefiniscono, ma in cui si è anche più vulnerabili.

Il tempo libero diventa allora tempo esposto, tempo in cui possono emergere pensieri, emozioni e vissuti che durante l’anno restano silenziati.

La caduta delle difese

Una dinamica comune è la comparsa di sintomi psichici proprio nei mesi estivi: ansia, insonnia, attacchi di panico, somatizzazioni.

Apparentemente paradossale, questa emergenza sintomatica si spiega con il venir meno delle difese legate alla routine.

Il lavoro, la scuola, gli impegni quotidiani spesso funzionano come contenitori psichici: strutturano il tempo, forniscono senso, tengono “a bada” il disagio.

Spesso i pazienti riportano che durante l’anno, caratterizzato dai suoi molteplici impegni, si sentono vivi mentre in estate e, soprattutto durante le ferie, iniziano a sentirsi inutili, a non sapere cosa fare, come se si svuotassero.

In psicoterapia, questi momenti sono preziosi: mostrano il bisogno di contatto con parti di sé trascurate, oppure segnalano quanto la persona sia dipendente da stimoli esterni per sentirsi esistente.

Il terapeuta accompagna a sostare in quello spazio, a non riempirlo subito, ma ad ascoltare che tipo di desiderio — o paura — abita quel vuoto.

La psicopatologia dell’estate

Anche sul piano clinico, l’estate presenta alcune ricorrenze.

  • Disturbi del comportamento alimentare

L’estate mette al centro il corpo, e quindi l’immagine corporea.

Nei disturbi come l’anoressia nervosa, la bulimia o il binge eating disorder, questo periodo può acuire il conflitto tra il corpo reale e quello ideale.

Le spiagge, i vestiti leggeri, i confronti sociali e online generano una pressione che riattiva il ciclo disfunzionale tra vergogna, controllo e abbuffata.

Le richieste terapeutiche aumentano, spesso accompagnate da sensi di colpa legati all’alimentazione “vacanziera”.

  • Depressione estiva

Meno nota ma documentata in letteratura è la seasonal affective disorder (SAD) nella sua variante estiva.

Alcune persone sperimentano, nei mesi estivi, sintomi depressivi: insonnia, agitazione, irritabilità, perdita di appetito, difficoltà a tollerare la luce intensa o la socialità obbligata.

In alcuni casi si tratta di una forma inversa della depressione invernale, ma più spesso è una reazione psicologica alla perdita di struttura e alla pressione implicita a “dover essere felici”.

  • Crisi relazionali e rotture

Molte coppie scoppiano d’estate. Questo è un dato clinico ricorrente.

La coabitazione prolungata durante le ferie obbliga a confrontarsi con l’altro senza i consueti “paracadute”: lavoro, figli, routine.

Le difficoltà relazionali che erano tollerabili nel trantran quotidiano esplodono nella convivenza forzata e spesso idealizzata delle vacanze.

La psicoterapia sistemico-relazionale evidenzia come queste crisi siano spesso il frutto di comunicazioni bloccate o circoli viziosi che si riattivano in presenza costante.

L’estate dell’adolescente: esplorazione e smarrimento

Per gli adolescenti, l’estate è un tempo di passaggio per eccellenza.

Da un lato offre spazi di autonomia, sperimentazione e distacco dal controllo adulto.

Dall’altro può lasciare un senso di vuoto, di solitudine non strutturata, soprattutto nei casi di isolamento sociale o assenza di un gruppo di pari significativo.

Il corpo che cambia, l’esposizione al desiderio (proprio e altrui), l’inizio delle prime esperienze sessuali: tutto si concentra in questo tempo lungo e denso.

Per alcuni adolescenti, questo è motivo di entusiasmo; per altri, di confusione.

In chi ha un’identità fragile, la mancanza di confini chiari può generare comportamenti a rischio: uso di sostanze, iperconnessione, autolesionismo.

Qui la psicoterapia può fornire contenimento e rielaborazione, aiutando l’adolescente a dare forma ai propri vissuti.

L’estate come spazio trasformativo: un’opportunità terapeutica

L’estate può anche diventare un tempo fecondo.

Un tempo di elaborazione, di bilancio, di progettualità.

Spesso in terapia emergono domande che durante l’anno restano inascoltate:“Cosa voglio davvero?”, “Che senso ha la mia relazione?”, “Sono felice del lavoro che faccio?”

Domande potenti, ma anche destabilizzanti.

La psicoterapia offre uno spazio sicuro dove attraversarle.

Nei momenti in cui si abbassano le difese e si accede a stati mentali più primari, il ruolo del terapeuta è proprio quello di sostenere la funzione riflessiva: aiutare la persona a dare un senso ai propri stati interni, senza esserne travolto.

Estate: un tempo per sostare, un tempo per scegliere

L’estate, al di là dei suoi cliché, è una stagione esistenziale.

È tempo che costringe a fermarsi, a sentire, a guardarsi.

Questo può essere vissuto come un rischio, ma anche come un’opportunità. Nella sospensione dell’azione si apre lo spazio della trasformazione. E lì, spesso, nasce il desiderio di un cambiamento profondo.

Lo psicoterapeuta, in questo senso, è testimone e accompagnatore: di crisi, di rivelazioni, di nuove partenze.

Perché, a ben vedere, l’estate non è solo il tempo della vacanza.

È il tempo in cui si può imparare — forse — a vivere.

Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta Coach

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Bibliografia

  • Fonagy, P., Gergely, G., Jurist, E. L., & Target, M. (2002). Affect Regulation, Mentalization, and the Development of the Self. New York: Other Press.

  • Hillman, J. (1997). Il piacere di pensare. Adelphi.

  • Lowen, A. (1997). Il tradimento del corpo. Feltrinelli.

  • Yalom, I. D. (2005). Le lacrime di Nietzsche. Neri Pozza.

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