Ad ognuno di noi nella vita è capitato di associare le proprie emozioni a delle sensazioni fisiche.
A tutti sarà successo, ad esempio, di sentire il cuore in gola o lo stomaco chiuso quando si è in ansia per qualcosa, impallidire per la paura o arrossire per la vergogna.
Questi semplici esempi di vita quotidiana ci mostrano la presenza di uno stretto legame tra mente e corpo.
Legame che implica una profonda ripercussione del benessere fisico sugli stati d'animo e, viceversa, una profonda influenza delle emozioni sul corpo stesso.
Da ciò si comprende la necessità che in presenza di una qualsiasi malattia fisica vengano indagati non solo gli elementi medici ma anche gli aspetti emotivi e psicologici collegati.
Le malattie psicosomatiche sono l’espressione di eccellenza dello stretto legame corpo-mente.
Un disturbo psicosomatico, infatti, consiste in una patologia o in sintomi fisici indotti da particolari stati psicologici e che dunque non hanno una causa medica specifica.
Tra i disturbi psicosomatici si possono indicare:
- il disturbo da conversione che consiste in deficit motori o sensitivi senza la presenza di una causa organica come nei casi di cecità o paralisi psicogene;
- il disturbo somatoforme che consiste in patologie generalmente accompagnate da dolore fisico di tipo, ad esempio, gastro-intestinale o sessuale, di cui gli esami medici non individuano una causa organica;
- l’ipocondria, ovvero l’interpretazione di sintomi fisici come segnale della presenza di una grave malattia.
Qual è il processo che porta alla genesi di queste patologie?
Le malattie psicosomatiche sono la manifestazione di emozioni a cui non è stata permessa un’espressione diretta e che dunque devono trovare un’altra via per manifestarsi.
Emozioni come la rabbia o la sofferenza, a volte troppo dolorose per essere vissute in maniera diretta, sono costrette a trovare una via alternativa di scarico che consiste generalmente nel corpo.
Tra gli studiosi che si sono particolarmente interessati alla patologie psicosomatiche troviamo gli Psicologi Sistemico-Relazionali.
Questi studiosi, da sempre attenti al contesto di vita delle persone, oltre a studiare il paziente si sono interessati all’osservazione delle loro famiglie.
Attraverso i loro studi hanno riscontrato alcuni elementi ricorrenti nelle famiglie con un membro che presenta un disturbo psicosomatico.
Le caratteristiche di funzionamento familiare che possono indurre una patologia psicosomatica sono le seguenti:
- invischiamento
- iperprotettività
- rigidità
- evitamento del conflitto.
Le famiglie psicosomatiche sono famiglie invischiate in cui vi è una scarsa differenziazione tra i membri che le compongono.
Ciascun familiare si intromette nei pensieri e nei sentimenti degli altri con conseguente assenza di privacy e di spazio psicologico individuale.
In queste famiglie i confini sono deboli, il cambiamento in un membro, infatti, si riflette inesorabilmente su tutto il sistema.
Le famiglie psicosomatiche sono, inoltre, gruppi iperprotettivi.
Ogni membro della famiglia si interessa allo stato di benessere degli altri con alti livelli di sensibilità a qualsiasi segno di malessere dei propri congiunti.
Tale iperprotettività può indurre la mancanza di autonomia nei figli i quali, a loro volta, sentono la responsabilità di proteggere la famiglia e i genitori stessi.
Tale responsabilità può condurre ad un mancato svincolo nei figli che potrebbero non riuscire a costruirsi una propria vita autonoma perché intrappolati nelle dinamiche della propria famiglia di origine.
In questi gruppi familiari si assiste inoltre alla tendenza all’evitamento del conflitto.
Ogni discussione o elemento di crisi viene messo a tacere per la paura che esplicitandolo possa avvenire la rottura dei legami.
Molte famiglie psicosomatiche negano l’esistenza di qualsiasi problema, non vedono alcun motivo di disaccordo e sentono di godere di un consenso e di un’armonia totali.
Altre famiglie psicosomatiche sono apertamente in disaccordo, ma continue interruzioni e cambiamenti di argomento annebbiano ogni problema prima che si possa giungere ad una soluzione.
Oltre a queste caratteristiche, il fattore chiave che può indurre allo sviluppo di un sintomo psicosomatico è costituito dal coinvolgimento dei figli nel conflitto genitoriale.
La psicoterapia familiare si è rilevata essere lo strumento ideale nelle situazioni di malattie psicosomatiche.
Attraverso un percorso di psicoterapia ogni membro della famiglia può apprendere a sostenere il proprio spazio vitale.
La psicoterapia aiuta ad aumentare l’autonomia individuale permettendo così il diritto di ciascun individuo ad avere e a difendere il proprio spazio psicologico.
Con l’aiuto di uno psicologo si può riuscire ad esprimere il conflitto di coppia evitando l’escalation e aiutando permettendo così ai coniugi di individuare una risoluzione dell’ostilità reciproca.
Compito dello psicologo è inoltre aiutare il paziente a riconoscere e ad accettare le parti rimosse della sua realtà e a sviluppare nuove capacità relazionali tra i membri della famiglia.
I rapporti disfunzionali stereotipati vengono bloccati in favore di modelli più adeguati.
Da tutte queste considerazioni appare evidente quanto sia importante che la medicina sia disposta a guardare e a trattare il soggetto che soffre nella sua interezza psico-somatica.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
Roma e online
- Via della Lega Lombarda, 13
- Via Gioacchino Volpe, 50
3896048980
info@psicologodellerelazioni.it
www.psicologodellerelazioni.it
Bibliografia
- Minuchin Salvador (1980). Famiglie psicosomatiche. L'anoressia mentale nel contesto familiare, Casa Editrice Astrolabio.
- Pancheri P. (1983). Stress, emozioni, malattia. Mondadori.
- Trombini G.; Baldoni, F. (1999). Psicosomatica, Il Mulino.
|