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Dott. Francesco Scaccia
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La Sindrome da nido vuoto
casa vuota
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La Sindrome del nido vuoto rappresenta un particolare stato psicologico caratterizzato da tristezza, senso di abbandono e di vuoto che si può sviluppare nei genitori in seguito alla fuoriuscita di casa dei figli.

Negli anni tale sindrome ha assunto sempre maggiore attenzione da parte degli psicologi poiché si è riscontrato come spesso questo senso di solitudine può rappresentare il primo segnale dello sviluppo di psicopatologie più gravi.

L’uscita di casa dei figli, infatti, è un evento che non coinvolge solo il giovane divenuto ormai grande e che sceglie di emanciparsi dalla famiglia. In questa fase anche i genitori devono attivarsi per rispondere ai forti cambiamenti che la separazione dal figlio porta con sé.

Come i figli devono organizzare la loro nuova vita costruendosi un’identità più separata e raggiungere una sempre maggiore autonomia, i genitori devono ridefinire il rapporto con i loro figli, continuando a supportarli e ad aiutarli ma, allo stesso tempo, accettando la loro indipendenza e riconoscendo i loro status di adulti.

Per i genitori questa fase di cambiamento ha sicuramente effetti molto potenti che può condurre ad una maggiore crescita personale ma, in alcuni casi, portare anche conseguenze meno favorevoli.

Alla base della Sindrome del nido vuoto, infatti, c’è la difficoltà nel superare il lutto della separazione e nel gestire l’eccesso di tempo libero concesso improvvisamente ai genitori.

In questa fase, spesso, si affaccia nella coppia un dilemma difficile da sciogliere: restare insieme o separarsi?

Con l’uscita di casa dei figli, infatti, può avvenire che la coppia perda ciò che l’ha tenuta unita fino a quel momento.

Coppie che hanno sacrificato tutto a favore del loro ruolo genitoriale possono ritrovarsi, infatti, senza uno scopo di vita.

La coppia si ritrova sola in casa, i partner si riscoprono in un rapporto a due a cui non erano più abituati da anni e può succedere che non ci si riconosca più, che i sogni e i desideri che li avevano unii in passato ora siano scoprasi o mutati.

Tipico è il caso delle coppie che non hanno più nulla in comune perché per anni non hanno fatto altro che occuparsi dei figli, il rapporto era subordinato alla crescita dei figli e quindi, con la loro assenza, diventa evidente come i partner negli anni abbiano smesso di condividere aspetti di sé.

Si può dunque manifestare una grave crisi nella coppia, spesso come risultato di conflitti irrisolti in passato.

Concentrandosi nella cura dei figli, infatti, spesso le coppie tendono a mettere da parte propri desideri e bisogni, i contrasti tra i genitori vengono messi a tacere “per il bene dei figli”.

Quando però i figli non ci sono più, tali problematiche riemergono in tutta la loro potenza, con conseguenze che possono essere anche distruttive per il legame coniugale.

Tale crisi di coppia può essere superata attraverso un nuovo investimento sulla coppia.

I partner, infatti, ora possono riscoprire un’intimità che era stata persa da molto tempo.

La coppia può tornare a condividere attività ed interessi, rinforzando il legame a due e supportandosi l’un l’altro per superare il senso di vuoto che inevitabilmente vivono entrambi senza la presenza costante dei figli.

Incrementare la socializzazione può essere un altro utile strumento per riuscire a superare questa fase critica.

Spesso i genitori con il passare degli anni tendono ad isolarsi sempre più perché presi da mille impegni lavorativi e di gestione dei figli.

Con l’emancipazione dei figli, la coppia può tornare ad investire nel sociale, riappropriandosi di tempo da dedicare a se stessa, anche con l’aiuto di amici che stanno vivendo la loro stessa situazione.

In questa fase di passaggio, non è raro che possano manifestarsi alcuni disturbi psicologici transitori, come sintomi depressivi o psicosomatici.

Generalmente tali problematiche sono legate alla fase di passaggio e scompaiono dopo alcuni mesi.

Tuttavia, può capitare che questi sintomi siano il segnale dello sviluppo di psicopatologie più gravi come il disturbo depressivo o disturbi d’ansia gravi.

In questi casi è importante rivolgersi ad uno specialista al fine di essere aiutati a superare tali crisi di passaggio ed evitare che tali disturbi si trasformino in problematiche croniche.

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Bibliografia

  • Andolfi Maurizio (1999). La crisi della coppia, Raffaello Cortina Editore.

  • Haley Jay (1976). Terapie non comuni. Tecniche ipnotiche e terapia della famiglia, Casa Editrice Astrolabio.

  • Malagoli Togliatti; Lubrano Lavadera (2002). Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, Il Mulino.

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