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Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
 
Dott. Francesco Scaccia Psicologo
La nascita di un figlio
e il ruolo di genitore
neonato e genitori
neonato e genitori

La nascita di un figlio è certamente un evento di grande forza ed intensità all’interno di una famiglia, fonte di cambiamento e di crescita.

Tale evento assorbe totalmente i due genitori ma anche chi sta loro accanto, ogni loro pensiero, progetto o preoccupazione per il futuro.

La potenza di questo evento non si genera nel momento del parto ma si sviluppa nell’istante in cui la gravidanza diviene un evento noto e si rafforza giorno dopo giorno per tutti i nove mesi di gestazione, fino a raggiungere il suo culmine con la nascita vera e propria del piccolo.

Il bambino, ancora prima di nascere, infatti, occupa un posto nello spazio mentale dei futuri genitori che iniziano a creare immagini consce ed inconsce nella loro fantasia, si generano aspettative nei suoi confronti, sogni, progetti ma anche tante paure.

Il bambino quindi fin dai primi momenti della gravidanza, va ad occupare un posto importante nella mente dei due futuri genitori, che si ritrova in una situazione di ricerca di un proprio ruolo specifico, sia in relazione alla famiglia di origine, sia nei confronti della società esterna, ruolo che si delinea sulla base della propria storia passata da cui si eredita una specifica definizioni di genitore.

La coppia genitoriale, da un punto di vista pratico, deve ineluttabilmente riorganizzare la propria vita quotidiana, gli orari e gli stili di vita, deve ridefinire il concetto di tempo libero ed inoltre si rende necessario un nuovo adattamento della propria vita sessuale.

È frequente, ad esempio, che la nascita di un figlio si colleghi ad un decremento della soddisfazione coniugale: la sfera intima della coppia subisce delle modificazioni, dovute in parte ai problemi fisici della neomamma e in parte alla difficoltà di trovare la tranquillità e la disponibilità reciproca necessarie a uno scambio soddisfacente.

Assumere il ruolo genitoriale è un compito non facile che può essere più o meno favorito dal temperamento del figlio.

Il bambino, infatti, con le sue particolari caratteristiche, come la quantità di pianto, la suscettibilità alle stimolazioni e al dolore, la disponibilità a farsi consolare, può in maniera maggiore o minore adattarsi a quelle che possono essere le caratteristiche dei due adulti.

È dunque l'incontro tra le peculiarità genitoriali e quelle del bambino a determinare la qualità della relazione genitore-figlio, che può caratterizzarsi per un legame sano e positivo ma anche, in alcuni casi, per un legame distruttivo, ostacolo alla crescita di entrambi i membri di questo rapporto.

La storia passata di ciascun genitore ha certamente una forte influenza sulla qualità del rapporto che si verrà ad instaurare.

I genitori, infatti, devono mantenere un equilibrio dinamico tra la propria famiglia di origine e quella creata con il partner, tra il vecchio ruolo di figlio che continua ad esistere e il nuovo ruolo che si assume verso il proprio bambino.

Al di là di tutti i cambiamenti pratici collegati alla nascita di un bambino, ciò che veramente ha un effetto dirompente è che i genitori per la prima volta assumono il ruolo di "chi si prende cura di", ruolo caratteristico dell'età adulta ed è per questo che il passaggio alla genitorialità rappresenta una potentissima fase di transito con esiti non sempre positivi.

Con la nascita del figlio la percezione di sé cambia e si arricchisce di una dimensione storica.

Attraverso il proprio bambino, infatti, si rivive la propria infanzia e ci si confronta con i valori e gli scopi acquisiti nella propria famiglia di origine e che hanno fino a questo momento regolato la vita del singolo e della coppia.

Ci si confronta, tuttavia, anche con ciò che inevitabilmente è mancato nella propria vita infantile. Antiche ferite si riaprono, si riattualizzano conflitti arcaici che non necessariamente hanno trovato una loro soluzione.

I genitori,infatti, tendono ad identificarsi con il proprio bambino e a rivivere, di norma in maniera inconscia, situazioni irrisolte, le paure e le angosce del passato tornano a presentarsi nella mente con forza maggiore.

Tutto ciò può condurre al rischio che il proprio figlio non sia visto per quello che è ma come una rappresentazione di sé, un proprio prolungamento così da non percepire i suoi reali bisogni attribuendogli i propri, con inevitabile sofferenza per il piccolo che vivrà una condizione di non autenticità e di invisibilità agli occhi dei suoi genitori.

Esempio classico è rappresentato da quelle situazioni in cui i genitori non riescono a concepire il proprio figlio come un essere individuale e separato e tendono a giudicare il suo valore sulla base del suo riuscire o meno a configurarsi come un mezzo della loro realizzazione.

Si comprende perciò quanto siano complesse le dinamiche che si generano nei due genitori ma, nella maggior parte dei casi, sarà poi la relazione con il partner a permettere la risoluzione di tali conflitti ed il loro superamento.

Tuttavia, qualora la relazione di coppia non sia stata costruita su delle basi solide e non abbia assunto una forma funzionale di adattamento alla realtà, i genitori si ritroveranno entrambi soli di fronte al difficilissimo compito della crescita di un bambino.

La famiglia dunque si configura come luogo di cambiamento e crescita di ogni suo componente.

Come il bambino plasma la sua identità in base a quanto a lui viene trasmesso dalla relazione con la propria famiglia, così i due genitori si trasformano in base ai rapporti che si creano con il proprio partner e il proprio figlio, rafforzando o modificando le identificazioni e gli apprendimenti precedenti.

Quando questo processo di cambiamento trova ostacoli e genera sofferenza nei membri della famiglia è importante chiedere aiuto e lasciarsi supportare nel compito genitoriale, così da riuscire ad individuare cosa impedisce uno sviluppo sereno e continuativo della famiglia ed evitare che situazioni irrisolte del passato agiscano sul presente e, soprattutto, sul futuro dei piccoli.

Dott. Francesco Scaccia
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Bibliografia

  • Ackerman, (1999). Psicodinamica della vita familiare - Diagnosi e trattamento delle relazioni familiari, Bollati Boringhieri Editore

  • Gabbard Glen (2007). "Trattamenti in psicoterapia psicodinamica - Terapia di gruppo, terapia della famiglia/della coppia e farmacoterapia", Psichiatria Psicodinamica, Raffaello Cortina Editore

  • Malagoli Togliatti, Lubrano Lavadera, (2002). Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, Il mulino

  • Scabini, Iafrate, (2003). Psicologia dei legami familiari, Il Mulino

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